mercoledì 6 aprile 2016

L'assolo di Sagan e la determinazione del vecchio leone Cancellara


Quando uno all'arrivo di una corsa di 255 km , 18 muri con oltre 2500 metri di dislivello in totale, una fuga solitaria negli ultimi chilometri ha la forza di impennare la bici e festeggiare la vittoria del suo primo giro delle Fiandre vuol dire che è un fenomeno. Un professionista normale avrebbe avuto i crampi e si sarebbe steso sul traguardo per la fatica. Peter Sagan 26 enne slovacco del team Tinkoff ha già fatto capire con il suo carattere e il suo modo di fare istrionico che è un vero e proprio fuoriclasse (una sorta di Valentino Rossi delle due ruote non a motore). Il campione del mondo su strada ha dichiarato all'arrivo che il fiandre è stato corso "full gas" dal primo all'ultimo metro. 
Peter Sagan spesso è stato dipinto come eterno secondo ( innumerevoli i suoi piazzamenti nelle gare anche di prestigio fino ad oggi disputate) ma i tifosi hanno sempre apprezzato il suo modo di correre e sopratutto di emozionare. Probabilmente è uno dei pochi che si diverte mentre pedala e fa divertire chi guarda alla televisione le sue azioni. Sagan è un vero personaggio tant'è che è stato capace a 3 km dall'arrivo di girarsi un attimo verso sinistra per vedere un cicloamatore che percorreva la pista ciclabile affianco a se e fare un sorriso mentre era in fuga a disputarsi una delle 5 classiche monumento del ciclismo. Questo è Sagan, un ragazzo che anche a parole sa il fatto suo ( notevole il suo discorso da neo-campione del mondo dell'anno scorso ). 
Lo slovacco ha corso come un vero campione scattando a 32,5 km dal termine insieme a Michal Kwiatkowski, era al comando insieme a Sep Vanmarcke. L'assolo finale, di fatti un vero e proprio capolavoro è stato fatto da Sagan sull'ultimo muro, il Paterberg, 360 metri tutti in pavé, pendenza media, 12,9%, con punte al 20,3%, quando mancavano 13,2 km dall'arrivo a Oudenaarde. 


Non abbiamo dati certi sulla potenza erogata da Peter Sagan sull'ultima salita ma considerando che il 9 all'arrivo Dimitri Claeys ha sviluppato 491 Watt sull'ultima ascesa è molto probabile che Sagan abbia superato i 550-600 watt medi sul mitico Paterberg. Brillante anche l'azione del 3 volte vincitore del Fiandre Fabian Cancellara che con una azione spettacolare è riuscito a riportarsi fino al 2 posto in cima allo strappo ma ormai Sagan era lontano di circa 15 secondi. 

L'unico rammarico di Cancellara può essere quello di non aver seguito l'attacco di Sagan a 32 km dall'arrivo ma c'è da dire che il campione del mondo si trovava in una giornata super e probabilmente l'esito della corsa non sarebbe cambiato. 

Il finale del Fiandre si è trasformato in una sorta di minitappa a cronometro tra Sagan davanti e Cancellara dietro, al quale Vanmarcke ha avuto la forza di dare solo pochissimi cambi. In teoria Cancellara, eccellente cronoman, pareva in grado di ricucire lo strappo ( ad un certo punto sceso da 25 a 12 secondi), invece Sagan ha saputo mantenere un’andatura costante e redditizia, incrementando addirittura il proprio vantaggio fino al meritato trionfo nella edizione n.100 del giro delle Fiandre.






Sul podio è stato emozionante la stretta di mano tra Cancellara e Sagan che ha riconosciuto il grande potenziale del campione del Mondo. Fabian Cancellara era al suo ultimo fiandre e all'arrivo era visibilmente commosso dal tributo che il pubblico gli ha fatto sul traguardo. Le emozioni che il campione svizzero ha lasciato nei cuori dei suoi tifosi al giro delle Fiandre sono innumerevoli ed i 3 successi ottenuti lo hanno portato nella storia di questa corsa. 
Sempre interessanti le battute a fine corsa del corridore svizzero: 
 "Il secondo non è il primo che è la Storia. Oggi non siamo assistiti dalla fortuna. Ci sono state cadute, cambi di bicicletta. Ho dato il massimo ma la corsa era davvero dura dall'inizio" . All'arrivo lo stesso Cancellara è stato molto onesto  e sportivo "Ha meritato di vincere Sagan, non sono superman". Da tifoso non si poteva avere un epilogo migliore per questa corsa sia in termini di spettacolo che in termini di vincitori e vinti.  Il campione del mondo è il più valido vincitore che potesse esserci e un'azione solitaria del genere merita tutti gli applausi del grande pubblico del ciclismo. Nell'era dei cellulari, delle radioline, delle ammiraglie ha vinto il coraggio, la determinazione e la voglia di provarci di un giovane campione che non ha avuto paura dei grandi campioni. Questo è il ciclismo che vorremmo sempre vedere!